Si dice che se Parigi avesse il mare sarebbe una piccola Bari (“se Parigi avesse u mer sarebbe na piccola Ber”). Motivo in più per un’amante del mare, una laureata in francese e un’inguaribile romantica per rallegrarmi della mia nuova carta d’identità pugliese. E rimanendo in tema, oggi mi sento come un salmone che risale la corrente. Tanti se ne vogliono andare. Scappare. Fuggire. Scoprire. Dimenticare. E ricominciare. Fuori dai confini nazionali. Ma io vi confesso che quella di tornare in Italia, dopo sei anni all’estero, è stata una delle decisioni migliori che abbia mai preso in vita mia. Mi ricordo i “Simo, segui il tuo cuore, fregatene, vai” e i “Simo cosa fai? Sei pazza a tornare in Italia?”. I problemi, gli ostacoli, le difficoltà, cari amici, ci sono e ci saranno sempre. Ma sono proprio queste le cose che ti fanno crescere. E che ci fanno conoscere meglio noi stessi. “E mentre il mondo cade a pezzi io compongo nuovi spazi e desideri”, per riprendere le parole di una canzone bellissima. Questa è la vita. E il Canada è stato questo. Una mano che mi dava spintoni, che mi faceva cadere ma che poi mi aiutava a rialzarmi ogni volta. Che a volte tirava schiaffi. E anche belli forti. Ma che mi accarezzava ogni volta che ne avevo bisogno e che mi consolava. Dolcemente. Una mano che mi faceva il solletico sui fianchi e subito dopo bacchettava la mia. E soprattutto una mano che mi ha indicato la strada e la direzione da seguire. La felicità la devi afferrare. E crederci veramente. Perché ho imparato che la vita è fatta di sfumature. E bisogna convivere con quello che ci porta ogni giorno. Colori forti. A volte opachi. Tristezza, delusione, sconforto, rabbia. Gioia, soddisfazioni, senso di meraviglia. E allora ogni giorno vivo. E mi ripeto fino all’esaurimento che la vita è meravigliosa. Così com’è. Vi lascio con questa frase in inglese tratta dal film “Eat, Pray, Love”. Happiness is the consequence of personal effort. You fight for it, strive for it, insist upon it, and sometimes even travel around the world looking for it. You have to participate relentlessly in the manifestations of your own blessings. And once you have achieved a state of happiness, you must never become lax about maintaining it. You must make a mighty effort to keep swimming upward into that happiness forever, to stay afloat on top of it.”
In queste foto, alla rinfusa, tutti i motivi per cui sono tornata. E il sollievo di aver cancellato brutti ricordi che avevo lasciato nella città dell’amore tanti anni fa. Ero comunque sicura che non fossero indelebili.
Il mio weekend romantico a Parigi. Uno dei regali più belli che abbia mai ricevuto.
Solo per rendervi l’idea del nostro itinerario… rigorosamente a piedi. E che vi suggerisco. SABATO: nastro di partenza Arc de Triomphe, Champs Elysées, Tuileries, Louvre (visitate 2 sale su 3: Denon, Sully), Pont des Arts, lungo Senna, Ile de la Cité, Notre Dame, pausa pranzo h. 16 con crêpe alla nutella, Hotel De Ville, Rue de Rivoli (shopping), Place de la Bastille, Place des Vosges. DOMENICA: colazione a Montmartre, LaFayette (chiusi!!!), Trocadero, Tour Eiffel, Place Vendôme e cena sulla Tour Eiffel per celebrare l’anniversario 🙂
All the reasons why I came back home are in these photos.
Il sogno. Parigi by night
In volo. Il mare pugliese.
Squarci.
Ostacoli.
Sopra le nuvole.
Parigi.
Nike di Samotracia. Impossibile farvi vedere tutte le foto che ho scattato al Louvre.
“Una giovane martire” di Paul Delaroche. Un quadro che adoro. Starei ore a guardarlo.
I love it.
No words needed. Part I
Blue silence.
No words needed. Part II
Pastel colors.
Chiunque vada a Parigi, può tornare con questa maglietta e regalarmela? Gliene sarei infinitamente grata.
Miss Chocolate
Una Tour Eiffel di cioccolato (Montmartre)
Meravigliarsi. Sorprendersi. Sempre.
Affascinante. Maestosa.
Avete presente una bambina al Luna Park con lo zucchero filato? Ecco. Tall tazo chai, I missed you so much!
Emblematica. Mi ricorda qualcuno.
Oro.
La chiave di tutto.
Freddo. Freddissimo. Pioggia. Vento.
View from Montmartre
La quiete dopo la tempesta.
“Respirer Paris, cela conserve l’âme”. (Victor Hugo)
“Senza di te le emozioni di oggi sarebbero la pelle morta delle emozioni passate”
“Without you, today’s emotions would be the scurf of yesterday’s”
“La plus grande vérité qu’on puisse apprendre un jour est qu’il suffit d’aimer et de l’être en retour…”
Un’ora di coda in questo ristorante meravigliosamente accogliente. Ma ne valeva la pena. Soprattutto per i complimenti del proprietario sul mio francese… hihihihi! Motivo in più per ritornarci. Certo, anche per l’arrosto di maiale alle prugne.
E per la torta di cioccolato, pere e mandorle.
Cerchi.
Il periodo migliore per andare a Parigi ed evitare code: l’inverno!!
Pling.
Ferro. Sogno.
A cena sulla Tour Eiffel. Indimenticabili emozioni.
Giro.
Chocolate guitar. Da mangiare corda dopo corda.
Trionfi.
Amore e Psiche, una delle più belle storie d’amore mai raccontate.
Luigi.
Dipende.
Perché a volte ci si sente proprio così.
Piccolezze.
Ritorno. Il porto della piccola “Parigi”.
Ma un pezzo di cuore è rimasto qui.
My next post will be a recipe, I promise!! 😉
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