A San Giovanni Rotondo succedono cose strane [Weekend sul Gargano, Parte II]

Arrivo a San Giovanni Rotondo. Non sono una fanatica religiosa. Tantomeno praticante. Ma percepisco da subito un’atmosfera strana. Profonda. Misteriosa. Quasi mistica. Sono emozionata.
Mi fermo a prendere un braccialettino. Così. Non per sfizio, non per moda. Ma perché, dico al mio ragazzo, “io in queste cose ci credo”. Perdo cinque minuti di tempo. Un po’ per scegliere la misura. Un po’ per sgomitare e farmi largo tra le vecchiette alla bancarella.
Finalmente ci riesco. Due euro. Me lo metto al polso. Percorriamo una decina di metri. Il mio cuore è emozionato. E non mi vergogno a dirlo, a voce alta. Il cielo mi sembra un po’ triste. Non arrabbiato. Solo un po’ triste. Comincia a piovere. “Che dici se ci fermiamo al punto informazioni?”. I turisti in pellegrinaggio sulla strada che porta alla chiesa sono ancora pochi. Sono tutti a messa, scopro a fine mattinata quando veniamo travolti dalla fiumana di gente che esce dalla chiesa nuova progettata dall’architetto italiano Renzo Piano. “Salve, vorremmo un’informazione”. “Ma siete giornalisti?”, mi chiede il ragazzo dietro al banco. “Sì, perché? Ce l’abbiamo scritto in fronte?”, chiedo ridendo, cercando di uscire un po’ da un imbarazzo sospetto, preludio di un qualcosa che mi avrebbe lasciato sbalordita per le 48 ore seguenti. Lui sembra incredulo. Non balbetta, ma la sua espressione dice tutto. E mi dice: “Non ci crederai ma ti ho aggiunto cinque minuti fa ai miei amici su Twitter”. E pronuncia il mio nome e cognome.  Rimaniamo tutti senza parole. Poco importa che tre, quattro giorni prima io avessi scritto un articolo per Sud Italia News su una scoperta medica rivoluzionaria condotta da un’équipe di ricercatori dell’Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo. E che lui mi stesse cercando dopo averlo letto. Io ero lì. In quel momento. E lui, Toni, in quel momento, mi aggiungeva su Twitter. Non tre giorni prima. Ma quel giorno, in quegli istanti, mentre compro quel braccialetto, in quel luogo. Coincidenza? Per alcuni di voi potrebbe esserlo. Per me no.

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San Giovanni Rotondo is the name of a city in the province of Foggia, in Apulia region, southern Italy. San Giovanni Rotondo was the home of Saint Pio of Pietrelcina from July 28, 1916, until his death on September 23, 1968. The Padre Pio Pilgrimage Church was built in devotion to the saint and dedicated on July 1, 2004. The city is renowned for the important hospital and medical research center Casa Sollievo della Sofferenza (Home for the Relief of the Suffering) founded by Saint Pio of Pietrelcina.
The nearby Sanctuary of Saint Michael the Archangel is also the site of Catholic pilgrimages and was visited by Pope John Paul II in 1987.
In San Giovanno Rotondo you can breathe a very religious, mysterious, mystic atmosphere. Sometimes strange things happen there… Before going to visit the church and after I bought a brown bracelet with Saint Pio’s image on it, I decided to stop at the info point on the street. The guy who worked there immediately asked me if I was a journalist. I laughed and I said yes. I was surprised. How did he know? Well, he answered he found me on Twitter a few minutes earlier. Can you believe it? He even told my name before I told him. We were speechless. I wrote an article about the research center a few days earlier. But I was there that day, the same moment he decided to follow me on twitter. Do you think it is a coincidence? I don’t think so.

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La cella di Padre Pio

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La tomba dove era sepolto Padre Pio prima di essere traslato nella cripta d’oro, nella chiesa inferiore.

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Le lettere arrivate in un solo anno

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Oggetti utilizzati da Padre Pio, tra cui una tazzina e un cucchiaio

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Il crocifisso davanti al quale Padre Pio ha ricevuto le stimmate il 20 settembre del 1918

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Presepe

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La chiesa inferiore

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La tomba d’oro e pietre preziose di Padre Pio

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Weekend sul Gargano Parte I

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About pasta loves me

Giornalista professionista, laurea in lingue e letterature straniere e un master in Social Communication. Piacentina d’origine, pugliese d’adozione dal 2012, cresciuta a tortelli e gnocco fritto, impara a cucinare in Canada, a Toronto, dove ha vissuto sei anni e dove ha lavorato per il quotidiano italiano Corriere Canadese. Oltreoceano scopre una diversità culinaria etnica senza confini. Da allora la sua vita cambia. Cucina e ristoranti diventano luoghi interscambiabili di idee, progetti, tradizioni e passioni. Ama assaporare, provare, gustare. E fare foto. Conduce su Telenorba e TgNorba24 la trasmissione “I colori della nostra terra”, un programma che parla di ruralità, agroalimentare ed eccellenze enogastronomiche della Puglia. Ha collaborato con I Love Italian Food e il Cucchiaio d’Argento ed è spesso chiamata a far parte di giurie di eventi a carattere enogastronomico e di concorsi legati al mondo della pizza. Recensisce pizzerie per guide cartacee e online. Nel 2011 crea Pasta Loves Me, un blog che parla di lei, di pasta, food e lifestyle. È fondatrice e responsabile di Puglia Mon Amour, un’avventura che vive con gli occhi curiosi di turista e l’entusiasmo di un’innamorata per una terra che regala ogni giorno emozioni, genuinità e solarità. Ha la pizza napoletana nel cuore e tutto quello che rende felice il suo palato. E vive con una certezza: la pizza non le spezzerà mai il cuore.

One comment

  1. GP

    Reblogged this on misentopop.

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